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La difficoltà a deglutire compromette la qualità di vita e può essere pericolosa per la salute

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1. Definizione e classificazione

Si distinguono due tipi di disfagie:

  • Disfagia orofaringea ovvero la difficoltà a trasportare il cibo attraverso faringe e la prima porzione dell’esofago. Essa è spesso legata a patologie neurologiche o a esiti di interventi chirurgici.
  • Disfagia esofagea ovvero la sensazione di ostacolo o blocco al passaggio del cibo nell’esofago. Essa può dipendere da stenosi benigne/maligne, acalasia o malattie da reflusso.

Inoltre, è importante rilevare se il disturbo riguarda cibi solidi, liquidi o entrambi, per orientare correttamente la diagnosi.

Valutazione clinica iniziale

  1. Anamnesi dettagliata. E’ necessario analizzare i seguenti fattori:
    • Durata e progressione dei sintomi
    • Tipo di alimento che crea difficoltà (solidi vs liquidi)
    • Sintomi associati: rigurgito, pirorosi, perdita di peso
  2. Esame obiettivo ORL:

Inoltre, si procede con test di screening dei riflessi del vomito e della forza muscolare facciale.

Esami endoscopici

  • VideoFibrolaringoscopia con test di deglutizione che permette di osservare in tempo reale con telecamera il passaggio del bolo ed eventuali aspirazioni.
  • Videofluoroscopia dinamica (MBSS) ovvero una radiografia in movimento delle fasi di deglutizione che rappresenta il gold standard per disfagia orofaringea.

Inoltre, in caso di sospette lesioni strutturali, si ricorre a ulteriori accertamenti.

Strumenti strumentali aggiuntivi

  • TC/RM del collo e mediastino per escludere lesioni strutturali.
  • Endoscopia digestiva superiore (EGDS) che consente inoltre biopsie e dilatazioni in caso di stenosi.

Pertanto, la scelta degli esami dipende sempre dal sospetto clinico iniziale.

Protocollo diagnostico consigliato

  1. Prima visita ORL con fibrolaringoscopia e screening iniziale.
  2. Esami radiologici e strumentali in base al sospetto clinico.
  3. Collaborazione multidisciplinare: gastroenterologo, nutrizionista, logopedista, fisioterapista.
  4. Stesura di un piano terapeutico personalizzato: riabilitazione della deglutizione, terapie farmacologiche, interventi endoscopici o chirurgici.

Infine, il percorso di cura sarà modulato in base alla causa e alla gravità dei sintomi.

Quando rivolgersi a uno specialista ORL

  • Perdita di peso significativa senza cause apparenti
  • Polmoniti ricorrenti
  • Disfagia progressiva da solidi a liquidi
  • Dolore retrosternale persistente o ematemesi
  • Sintomi neurologici associati (afasia, debolezza facciale)

In questi casi, una diagnosi tempestiva è decisiva per la prognosi.

FAQ

Qual è la differenza tra disfagia e odinofagia?

La disfagia è la difficoltà a deglutire, mentre l’odinofagia è il dolore percepito durante la deglutizione.

È rischiosa la videofluoroscopia?

È un esame radiologico a bassa dose di radiazioni, generalmente ben tollerato e sicuro.

Quanto dura la riabilitazione per disfagia?

In media tra 4 e 12 settimane, con esercizi guidati da logopedista e fisioterapista respiratorio.

Prenotazione

La difficoltà a deglutire compromette la tua qualità di vita e può essere pericolosa per la salute. Prenota una visita mirata con il Dott. Manca Thomas

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Difficoltà a deglutire qualità di vita e salute. La diagnosi della disfagia. 

La disfagia è la difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi e può compromettere gravemente la qualità di vita, la nutrizione e la sicurezza del paziente. In ambito otorinolaringoiatrico, una diagnosi tempestiva e accurata è fondamentale per distinguere le cause orofaringee da quelle esofagee, per pianificare il trattamento più adeguato e prevenire complicanze come le polmoniti ab ingestis o il soffocamento.

Per questo motivo, se avverti difficoltà nella deglutizione è importante prenotare una valutazione mirata con uno specialista

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1. Definizione e classificazione

Si distinguono due tipi di disfagie:

Inoltre, è importante rilevare se il disturbo riguarda cibi solidi, liquidi o entrambi, per orientare correttamente la diagnosi.

Valutazione clinica iniziale

  1. Anamnesi dettagliata. E’ necessario analizzare i seguenti fattori:
    • Durata e progressione dei sintomi
    • Tipo di alimento che crea difficoltà (solidi vs liquidi)
    • Sintomi associati: rigurgito, pirorosi, perdita di peso
  2. Esame obiettivo ORL:

Inoltre, si procede con test di screening dei riflessi del vomito e della forza muscolare facciale.

Esami endoscopici

Inoltre, in caso di sospette lesioni strutturali, si ricorre a ulteriori accertamenti.

Strumenti strumentali aggiuntivi

Pertanto, la scelta degli esami dipende sempre dal sospetto clinico iniziale.

Protocollo diagnostico consigliato

  1. Prima visita ORL con fibrolaringoscopia e screening iniziale.
  2. Esami radiologici e strumentali in base al sospetto clinico.
  3. Collaborazione multidisciplinare: gastroenterologo, nutrizionista, logopedista, fisioterapista.
  4. Stesura di un piano terapeutico personalizzato: riabilitazione della deglutizione, terapie farmacologiche, interventi endoscopici o chirurgici.

Infine, il percorso di cura sarà modulato in base alla causa e alla gravità dei sintomi.

Quando rivolgersi a uno specialista ORL

In questi casi, una diagnosi tempestiva è decisiva per la prognosi.

FAQ

Qual è la differenza tra disfagia e odinofagia?

La disfagia è la difficoltà a deglutire, mentre l’odinofagia è il dolore percepito durante la deglutizione.

È rischiosa la videofluoroscopia?

È un esame radiologico a bassa dose di radiazioni, generalmente ben tollerato e sicuro.

Quanto dura la riabilitazione per disfagia?

In media tra 4 e 12 settimane, con esercizi guidati da logopedista e fisioterapista respiratorio.

Prenotazione

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Visita otorinolaringoiatrica pediatrica a Cagliari | Centro Alice

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Caratteristiche della visita pediatrica

  • Approccio empatico: necessario durate la vista otorinolaringoiatrica nei bambini. Il medico utilizza un linguaggio rassicurante, presentando gli strumenti in modo giocoso.
  • Durata ottimale: l’esame è rapido e mirato per ridurre al minimo lo stress del piccolo paziente.
  • Iter diagnostico completo: otoscopia, rinofibroscopia, audiometria e impedenzometria, con strumenti calibrati per l’età pediatrica.

Principali tecniche diagnostiche

Otoscopia

Esame diretto del condotto uditivo e della membrana timpanica per identificare arrossamenti, versamenti o perforazioni.

Rinofibroscopia pediatrica

Endoscopia nasale con fibra ottica flessibile

Audiometria

Test comportamentale indicato dai 4 anni; audiometria tonale dai 6 anni in su; audiometria vocale infantile sotto i 4 anni. Maggiori info

Impedenzometria

Valutazione della compliance timpanica e del riflesso stapediale, fondamentale per la diagnosi di otiti medie con effusione. Maggiori info

Indicatori per la valutazione specialistica

Adenoidi ipertrofiche

  • Infezioni respiratorie ricorrenti e congestione nasale persistente
  • Respirazione orale e russamento notturno
  • Otiti frequenti (oltre 3 episodi/anno)

Tonsilliti ricorrenti

  • Oltre 4–5 episodi di tonsillite/anno in età scolare
  • Dispnea o difficoltà deglutitoria per ingrossamento tonsillare
  • Rischio di complicanze sistemiche (es. febbre reumatica)

Linee guida per i genitori

  • Asciugare con cura l’orecchio dopo bagni o attività natatorie
  • Non utilizzare cotton fioc all’interno del condotto uditivo
  • Mantenere aggiornate le vaccinazioni anti-influenzali e anti-pneumococco
  • Monitorare il sonno e lo sviluppo del linguaggio del bambino

FAQ

Quando è indicata la terapia antibiotica?

È raccomandata in presenza di febbre elevata (> 38,5 °C), dolore intenso o nei bambini sotto i 2 anni; altrimenti si può monitorare l’evoluzione per 48–72 ore.

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Visita otorinolaringoiatrica pediatrica a Cagliari

Le patologie dell’orecchio, del naso e della gola rappresentano le principali cause di disturbi in età evolutiva. Vista otorinolaringoiatrica nei bambini deve includere un’analisi approfondita di tonsille e adenoidi, frequentemente soggette a infezioni virali e batteriche con conseguenti raffreddori recidivanti e possibili complicanze respiratorie. Un esame specialistico tempestivo consente di impostare protocolli terapeutici conservativi efficaci, riducendo significativamente la necessità di interventi chirurgici.

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Caratteristiche della visita pediatrica

  • Approccio empatico: necessario durate la vista otorinolaringoiatrica nei bambini. Il medico utilizza un linguaggio rassicurante, presentando gli strumenti in modo giocoso.
  • Durata ottimale: l’esame è rapido e mirato per ridurre al minimo lo stress del piccolo paziente.
  • Iter diagnostico completo: otoscopia, rinofibroscopia, audiometria e impedenzometria, con strumenti calibrati per l’età pediatrica.

Principali tecniche diagnostiche

Otoscopia

Esame diretto del condotto uditivo e della membrana timpanica per identificare arrossamenti, versamenti o perforazioni.

Rinofibroscopia pediatrica

Endoscopia nasale con fibra ottica flessibile

Audiometria

Test comportamentale indicato dai 4 anni; audiometria tonale dai 6 anni in su; audiometria vocale infantile sotto i 4 anni. Maggiori info

Impedenzometria

Valutazione della compliance timpanica e del riflesso stapediale, fondamentale per la diagnosi di otiti medie con effusione. Maggiori info

Indicatori per la valutazione specialistica

Adenoidi ipertrofiche

  • Infezioni respiratorie ricorrenti e congestione nasale persistente
  • Respirazione orale e russamento notturno
  • Otiti frequenti (oltre 3 episodi/anno)

Tonsilliti ricorrenti

  • Oltre 4–5 episodi di tonsillite/anno in età scolare
  • Dispnea o difficoltà deglutitoria per ingrossamento tonsillare
  • Rischio di complicanze sistemiche (es. febbre reumatica)

Linee guida per i genitori

  • Asciugare con cura l’orecchio dopo bagni o attività natatorie
  • Non utilizzare cotton fioc all’interno del condotto uditivo
  • Mantenere aggiornate le vaccinazioni anti-influenzali e anti-pneumococco
  • Monitorare il sonno e lo sviluppo del linguaggio del bambino

FAQ

Quando è indicata la terapia antibiotica?

È raccomandata in presenza di febbre elevata (> 38,5 °C), dolore intenso o nei bambini sotto i 2 anni; altrimenti si può monitorare l’evoluzione per 48–72 ore.

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